L’allestimento è formato da quinte architettoniche che integrano le vetrine lasciando intatta la percezione degli spazi originari.
Le ragioni del progetto si sono concentrate su alcuni principi ordinatori: Valorizzare i reperti intesi come opere, con una loro individualità;
Non recidere anzi ricostruire il sistema di relazioni dei materiali fra loro ed il contesto del vicino sito di Monte Adranone;
Armonizzare ed integrare le esigenze del museo con i valori storici, architettonici e la cultura dell’abitare, di cui il palazzetto costituisce testimonianza pregnante.
Gli spazi ritmici dell’allestimento impongono una armonica regolarità senza volere snaturare la struttura abitativa settecentesca carica di storia. Essi dialogano con gli ambienti della casa gentilizia, il cui piano nobile si articola in una successione di superfici interne che si estendono ai lati del vano centrale. Per l’allestimento delle sale della necropoli, sono state utilizzate, attraverso un mirato intervento di restauro conservativo, alcune vetrine realizzate dall’architetto Franco Minissi, realizzando una sorta di museo nel museo, la cui funzionalità, che risulta ancora oggi efficace, mette in evidenza la preziosità dei reperti facendoli assurgere ad opere d’arte.
Si tratta di un sistema espositivo estremamente rigoroso, dunque attuale, dunque classico.
Il principio progettuale di Minissi coniuga infatti i valori e gli elementi strutturali delle particolari vetrine, realizzate in ferro, ottone e vetro con reciproca ed ardita funzione portante, al compito loro deputato: contenere, proteggere esporre valorizzare.
I criteri museografici elaborati da Minissi a partire dagli anni ’50 secondo i quali l’architettura deve soddisfare le esigenze espositive e di conoscenza nel più assoluto rispetto dei monumenti storici, sono stati qui ripresi ed applicati attraverso un delicato quanto complesso intervento di armonizzazione progettuale.
Il risultato ottenuto costituisce un mirabile esempio di visibilità e protagonismo dei reperti esposti.