Nella bassa valle del Belice, al confine tra il territorio di Trapani e Palermo, tra il Monte Genuardo ad Est e il fiume Belice ad Ovest, si alza maestoso Monte Adranone, pochi Km a Nord dal moderno centro di Sambuca di Sicilia. Identificato con l’Adranon che Diodoro (XXIII, 4,2) menziona a proposito degli eventi della prima guerra punica, fu un territorio perennemente conteso – prima tra Selinuntini e Akragantini (VI sec. a.C.), in seguito tra Sicelioti e Cartaginesi (V – IV sec. a.C.) e infine, durante le guerre puniche (III sec. a.C.), tra Cartaginesi e Romani. La vita del sito è archeologicamente documentata a partire dal Bronzo medio-finale e dalla prima età del ferro, oltre che da numerosi frammenti ceramici restituiti da alcuni saggi effettuati lungo il circuito murario e in alcuni settori dell’abitato, anche dai resti delle capanne a pianta semicircolare con vestibolo conservati nella zona successivamente occupata da un impianto artigianale detto “Fattoria” (IV – III sec. a.C.).
A partire dal VI sec. a.C. – al pari di altri siti della cuspide occidentale dell’isola - anche il territorio di Monte Adranone fu oggetto delle mire espansionistiche di Selinunte, cui si deve la fondazione della città del VI sec. a.C. A questa fase, che si protrae fino all’ultimo decennio del V sec. a.C., risale l’impianto originario del circuito murario e l’organizzazione urbanistica della città. Questa occupava i terrazzi degradanti (Terrazzo I e II) di una elevata altura detta Acropoli segnata longitudinalmente, in direzione nord-est/sud-ovest, da una profonda insellatura che separa due colline occupate da abitazioni, strutture artigianali ed edifici pubblici; quest’area, definita “settore centrale”, dovette costituire un’importante e articolata area di snodo stradale. Dell’abitato di fine VI e V sec. a.C. rimangono tracce significative nella zona immediatamente ad Est del I terrazzo sotto l’Acropoli, nelle stratificazioni del Blocco V del I terrazzo, nel settore centrale dell’abitato e, più a Sud, sotto il lastricato dell’impianto artigianale di IV sec. a.C. (o Fattoria). A questo periodo sono, infine, riportabili numerose sepolture della Necropoli, situata all’esterno della cinta muraria. Il sito, condividendo le sorti di Selinunte e di altre città greche della Sicilia meridionale, venne distrutta dai Cartaginesi verso la fine del V sec. a.C. La pace del 374 a.C., successiva alla battaglia del Kronio, con la cessione di Selinunte ai Cartaginesi, segnò il passaggio di Monte Adranone alla sfera cartaginese. Il centro venne ricostruito con una evidente impronta dei conquistatori. Contestualmente al restauro delle fortificazioni, venne realizzato un anello a difesa dell’Acropoli. A questo periodo (IV sec. a.C.) risalgono oltre che le abitazioni e gli edifici pubblici del I e II terrazzo e del cosiddetto “settore centrale”, i due Santuari punici, ubicati rispettivamente sull’Acropoli e sul II terrazzo sotto l’Acropoli. Nel settore meridionale, immediatamente ad Est della cosiddetta Porta Sud, venne realizzato un sacello in cui sono documentate pratiche di culti greci di caratterizzazione ctonia e un grande complesso artigianale (Fattoria). Nella necropoli vennero riutilizzate le stesse tombe della fase precedente.
I dati di scavo dimostrano che il sito fu distrutto intorno alla metà del III sec. a.C., dato che sembra avvalorare la testimonianza di Diodoro che ricorda l’assedio di Adranon e Makella verso il 262 a.C. Dopo la resa di Segesta ai Romani, quasi tutte le città della Sicilia centro occidentale furono sottomesse e, probabilmente, in questo frangente cadde anche Adranon. Tuttavia, i dati archeologici fanno ipotizzare una limitata frequentazione del sito (da mettere in relazione con la presenza di guarnigioni romane) fino agli ultimi decenni del III sec. a.C., in connessione con la seconda guerra punica.