Il cosiddetto settore centrale dell’abitato è ubicato al centro di una sorta di avvallamento che separa due colline; da qui, articolandosi da una sorta di rotatoria intorno ad un singolare edificio circolare di seguito descritto, si dipartono due strade che formano un incrocio e che conducono rispettivamente alla Porta Nord (orientata in senso nord-sud) e all’area del Tempio Punico del II Terrazzo (orientata in senso est-ovest). Il complesso monumentale messo in luce in quest’area, definito convenzionalmente Blocco VI, è ancora in corso di scavo e studio, analogamente agli edifici portati alla luce più a Sud (blocco VII) e a quelli rinvenuti sulla collinetta ad Ovest (Blocco VIII). Della struttura definita Blocco VI, a pianta rettangolare, al momento sono stati messi in luce sei ambienti contigui. In due di essi sono stati, tra l’altro, rinvenuti embrici accatastati riferibili probabilmente ad una fase di ristrutturazione dei vani stessi. Il materiale rinvenuto sui piani di calpestio e di distruzione evidenzia che tali ambienti furono in uso tra la seconda metà del IV sec. a.C. e i primi decenni del III sec. a.C.
Il lato breve del vano più orientale di questo complesso si appoggia alla su accennata struttura circolare, realizzata in piastrelle di marna avente un diametro di m 10, conservato in alzato per 2 m circa; in essa si è rinvenuto un deposito di cinturoni bronzei realizzati a sbalzo e ornati con cerchi concentrici, linee convergenti, linee spezzate e, in un caso, con una figura di ippocampo ispirata alla monetazione dionigiana.
Un saggio realizzato all’interno dell’edificio circolare ha evidenziato che l’area era già frequentata in età protostorica; infatti, si è rinvenuta ceramica a stralucido rosso e bruno attribuibile alla facies di Pantalica Nord e ceramiche locali di VI sec.a.C. che documentano un lungo periodo di convivenza fra i Greci e le popolazioni indigene. Nell’area antistante questo blocco di edifici, caratterizzata da un ampio lastricato, gli scavi del 2005 hanno evidenziato un riempimento realizzato dopo la distruzione della città (metà del III sec. a.C.) che obliterava uno strato di macerie e bruciato a contatto del quale si rinvennero almeno due scheletri, ossa scomposte e numerose frecce in bronzo e ferro. Ad Ovest di questo settore, lo scavo del 2006 ha individuato un ampio blocco di vani orientato in senso nord-ovest/sud-est (Blocco VIII) con ambienti coevi a quelli che compongono il blocco VI e vani ascrivibili alla fase tardo arcaica e classica. A contatto di roccia e in relazione a muri anteriori alla fase di VI/V sec. a.C., è stata rinvenuta una quantità considerevole di ceramica indigena a decorazione monocroma rossa, a decorazione incisa/impressa e a decorazione dipinta. Un ultimo complesso di edifici (blocco VII) con prospetto sulla strada che conduce alla Porta Nord, è stato riportato parzialmente in luce a Sud del blocco VI; comprende laboratori artigianali e botteghe, come dimostra la presenza in uno dei vani, di una vasca per la lavorazione dell’argilla e di un cumulo di coppi fittili accatastati lungo le pareti Sud e Ovest. In un ambiente contiguo tale destinazione sembra confermata dalla presenza di una cisterna con pareti intonacate e una canaletta per la raccolta delle acque.