Distrutta Adranone, completamente rasa al suolo nel 250-240 a.C. dai Romani, gli abitanti superstiti si spostarono più a valle dove fondarono il Borgo rurale di Adragnus che, durante il periodo paleocristiano, si elevò a Casale di Adragna. Nell’anno 830 d.C., l’emiro saraceno Al Zabut costruisce il castello di Zabut. Scrive il Fazello nel 1558 : “Soprastà al castello della Sambuca, lontano un miglio, il castel di Adragna, il quale era anch’egli un casale di saraceni, ma poi fu abitato dai cristiani ed oggi è deserto e non è conosciuto per altro che per le rovine” e ancora “….Castel della Sambuca secondo il parlar moderno; ma già anticamente era un borgo di saraceni chiamato Zabut…”
Il Castello di Zabut con il suo Casale dall’alto della collina dominava tutte le contrade del territorio così descritto alla metà del Settecento dall’abate Vito Amico: “abbonda d’ogni parte di grandi fiumare che in varie direzioni vi scorrono, è d’aria salubre, ricchissimo in ogni genere di produzione, frutti, olio,vino,ubertoso in pasture, rende sommo guadagno ai coloni che di giorno in giorno si accrescono”. Ed infine, siamo già nell’Ottocento, Vincenzo Navarro scrive:” Sambuca, ricca ed industriosa comune di Sicilia, nella provincia di Girgenti, vuolsi derivata da Zabut, nome di un emiro saraceno, dato ad un castello che torreggia la sommità orientale di detto comune, il quale or non è più; esistette il detto castello fino al 1819 ridotto a carcere comunale”.
Il Castello di Zabut, con l’attiguo casale, era difeso e fortificato da due torri che, in epoche successive, furono adattate come torri campanarie nella Chiesa di S. Giorgio e in quella della Matrice. Dall’età normanna a quella federiciana, attraverso la stagione dei vicariati, si giunge alla guerra per la successione al regno di Sicilia che comportò la distruzione del casale di Adragna.
Nel 1411, finito il conflitto, i superstiti di Adragna insieme agli abitanti di Comicchio Senurio e Terrusio si rifugiarono nella fortezza di Zabut. Successivamente, attraverso una serie di vendite e di investiture, il casale di Zabut divenne Baronia sotto i Peralta, i Ventimiglia e gli Abbatellis, mentre a partire dal 1574 fu Marchesato con i Baldi Centelles e vi rimase con i Marchesi Beccadelli di Bologna fino al XIX secolo. Dal XV secolo, l’abitato cominciò ad espandersi tanto che Sambuca si elevò da casale ad “Università della Sambuca”, in seguito divenne Comune di Sambuca, a cui fu aggiunto il secondo nome Zabut”. Il nome Sambuca è stato accompagnato da tale appellativo fino al 1923 quando con regio decreto il Consiglio Comunale lo fece sostituire con la specificazione regionale “di Sicilia”.
L’Abate Vito Amico, nel “Dizionario Topografico della Sicilia” descrive con chiarezza la struttura urbana della moderna Sambuca: “Solide sono le fabbriche, una via grande e diritta stendesi in mezzo all’abitato e s’appella del Corso, le altre più o meno regolari, tranne quelle vicine al castello tortuose e meandriche”; ed ancora, riferendosi alla nuova via maestra, aggiunge: “Un’ampia via del tutto retta divide da capo a fondo Sambuca situata ad un declivio ad occidente, e divisa ad angoli retti da un’altra più breve a mezzogiorno. Quattro contrade dunque, come quadrati, costituiscono l’intiera città divisa dalle minori vie rette”.